Canti della Merla

Il Coro Paolo Asti si esibisce in particolare nelle manifestazioni dei Canti della Merla che si svolgono tra la fine del mese di gennaio e l'inizio di febbraio.

I cosiddetti "Giorni della Merla" sono da sempre considerati i più freddi dell'anno e la tradizione vuole che siano il 29, 30 e 31 gennaio. 

L’origine della celebrazione è legata ai riti propiziatori che si facevano in passato nelle campagne, per auspicare un buon raccolto nella stagione successiva. 

Ci si ritrovava attorno a un falò, preparato precedentemente, dove veniva bruciata la Vecia per suggellare il passaggio dal vecchio al nuovo anno. A seconda di come il vento fa volare le scintille, della direzione del fumo o di dove cadeva 'la Vecia', la tradizione contadina traeva auspici su come sarebbe andato il raccolto dell'anno.

Si sono poi trasformati in manifestazioni e momenti aggregativi tipici dei piccoli comuni della campagna lombarda. 

Il falò rievoca un antico rito popolare, un momento propiziatorio. 

Ma perchè si chiamano "Giorni della Merla"?

La leggenda della Merla

Sono molte le versioni più note della celebre leggenda che avrebbe portato all'origine dei "Giorni della Merla".

Ne riportiamo qui alcune.

1

La prima narra che una merla e i suoi piccoli, a quel tempo di piumaggio nero come i maschi, alla fine di gennaio trovarono rifugio in un comignolo, da cui uscirono solo dopo tre giorni. Quando si allontanarono, però, non erano più neri: erano diventati grigi per via della cenere. Questo a giustificare, dunque, la differente colorazione delle piume tra maschi e femmine.

2

Un'altra versione racconta dei dispetti che il mese di gennaio faceva a una povera merla. Si divertiva, infatti, a farle patire il freddo ogni qualvolta che lei abbandonava il nido, in cerca di cibo. Stanca della fastidiosa situazione, ci fu un anno in cui la merla decise di fare scorta di provviste, per non lasciare il nido per tutto il mese.

A quel tempo il mese di gennaio durava solo 28 giorni: uscita dal nido alla fine del ventottesimo giorno, scatenò l'ira di gennaio che chiese in prestito tre giorni a febbraio. E in quei tre giorni fece piovere e nevicare, fece soffiare il vento a più non posso facendo crollare le temperature.  Per lo stesso motivo di cui sopra, dunque, la merla trovò rifugio in un comignolo, dove rimase per tre giorni. Alla fine della tempesta le sue piume erano ormai tutte grigie.

3

Nei gelidi cieli dei giorni più freddi dell’anno, la leggenda racconta che la merla candida e bianca ed i suoi piccoli, stavano volando ormai allo stremo della resistenza.
Già più volte avevano cercato riparo senza successo e stavano ormai soccombendo al gelo implacabile.
D’improvvisa mamma merla vide un fumo nero salire da un camino e decise di condurre i suoi piccoli in quella direzione, in cerca di un po’ di calore. Finalmente in un caldo rifugio la merla riuscì così a salvare la famiglia, divenendo nera a causa della caligine che usciva dal camino. Da allora i bianchi merli, in segno di gratitudine, hanno accettato di restare neri.